Locale dedicato allo street food a base di pesce concepito come passage di Benjaminiana memoria, spazio pensato per non essere solo un interno, ma quasi una “galleria urbana” che si riavvolge su se stessa. L’idea è di uno spazio in continuità con un suolo stradale urbano e il suo sottosuolo, per un luogo in cui si prepara cibo al momento e lo si consuma in un tempo ridotto, dove quindi il tema non è di uno spazio contentivo di stanzialità, ma il progetto di uno spazio fluido di passaggio e breve permanenza. Uno spazio continuo in cui orizzontale e verticale viaggiano insieme, sia nel rapporto tra esterno ed interno, sia tra gli spazi sopra e sotto. Il tentativo è di tradurre in una dimensione concreta la percezione dinamica di uno stato di tensione, risultato delle relazioni spaziali tra forme e materiali. In questo senso ad esempio è concepito il banco bar che si snoda in panca e accompagna l’attraversamento longitudinale dell’ambiente per tutta la sua profondità, mentre l’onda di bacchette sospese sul soffitto scivola sopra la scala per condurre nello spazio sottostante. I rapporti di fuori scala tra gli elementi che compongono lo spazio interno rimandano ad una dimensione esterna attraverso un ordine compositivo preciso, costruito sulla proporzione dimensionale delle parti, sulla scelta di una gamma ridotta di elementi, materiali e colori (ferro, legno, vetro, gres) in un sistema coerente di contrappunti. Tutto è disegnato e pensato ma appare come un insieme “sotto dettagliato” in cui la forma è il risultato ultimo.
Genova 2018
oggetto dell’incarico:
progetto definitivo ed esecutivo
fase di attuazione:
costruito
committente:
privato
responsabile:
Simona Gabrielli
(studio Gap associati)
collaboratori:
Giulia D’Ettorre, Marco Mori